"Who looks outside, dreams; who looks inside, awakes." - Carl Jung
Quante volte ti trovi a usare una di queste espressioni per pensare a tuo figlio, o per rivolgerti a lui?
Attenzione: queste definizioni sono etichette attribuite dall'esterno dall'adulto, che rischiano di intrappolare il bambino in un'immagine stereotipata, da cui lui stesso faticherà ad uscire. Sarà più semplice, più sicuro, quasi automatico, riconoscere se stesso come "pigro", quindi agire come tale, se è abituato ad associare un proprio comportamento a questa definizione di se stesso.
Utilizziamo quindi queste parole con grande cautela, e riconosciamo invece quanto, di questi "troppo"... nasce dalla nostre aspettative di genitori. Quale immagine di bambino "ideale" abbiamo in mente, spesso senza esserne consapevoli? Queste immagini di bambino o adolescente ideale e perfetto richiamano quelle di genitore perfetto. Mi sento un buon genitore se mio figlio rimane tranquillo e saluta educatamente quando andiamo a pranzo dai parenti, quando partecipa con interesse ad una nuova attività senza timori, quando riordina i suoi giochi senza lamentarsi, quando entra all'asilo senza piangere, quando condivide i giocattoli con la sorellina.
Ci aspettiamo dal bambino una maturità emotiva che non gli può appartenere. Proviamo a permettere al bambino di fare il bambino, normalizziamo i pianti, le fatiche, le opposizioni... Quello è il suo mestiere di bambino, sta a noi fare l'adulto, e saper "stare" con quel malessere, con il disagio che quel comportamento suscita in noi.
C'è un grande equivoco nell'educazione e nella strada verso una buona genitorialità: quello di pensare che crescere bambini sereni equivalga ad avere bambini sempre calmi, contenti, ragionevoli, composti. Si pensa che il bambino "troppo" vivace debba imparare a diventare più tranquillo, che il genitore capace sia quello che riesce a far cessare immediatamente il pianto del figlio. Penso, invece, che l'obiettivo verso cui tendere sia accrescere la capacità dell'adulto - e quindi, quella del bambino - di "stare" nel disagio", di sostare nel momento di fatica senza avere fretta di eliminarla al più presto. Una grande lezione per i nostri figli è quella di accompagnarli nell'attraversare quel disagio. Offriamo la nostra presenza, come guida rassicurante e amorevole, che non necessariamente ha tutte le risposte, nè le parole giuste, nè le strategie "perfette", ma che è lì con loro.
Inoltre, se ci troviamo a pensare che nostro figlio è "troppo timido", pensiamo a questa caratteristica come legata al momento, ad uno specifico contesto, più che ad un suo tratto caratteriale, ormai dato per scontato. Cerchiamone e valorizziamone tutti gli aspetti positivi, e incoraggiamo il bambino a rinforzarli. Ad esempio, mio figlio è sembrato timido quando siamo arrivati alla festa di compleanno della cuginetta, ma ha scelto di osservare il contesto, di capire come regolarsi prima di agire, ha riconosciuto il suo bisogno, si è mostrato riflessivo e attento. Così, anzichè dirgli: "Dai, buttati, vai a giocare, di cos'hai paura?", svalutando il suo vissuto, proviamo a rassicurarlo: "Vedo che non ti senti pronto ad andare a giocare con gli altri bambini. Puoi stare con me fino a quando ne senti il bisogno. In effetti c'è un po' di confusione". Invece di dire: "Sei il solito pigrone, come sempre non riordini", prova a dire: "Oggi mi sembri stanco e non hai riordinato; vorrei lo stesso che facessi uno sforzo". In questo modo l'emozione e il vissuto del bambino non sono sviliti, il genitore si pone come "base sicura" ma al tempo stesso indica e orienta verso l'obiettivo di crescita. La nostra presenza calma e rassicurante contiene o incoraggia, accogliendo prima di tutto quello che il bambino porta. Questo è davvero benefico per l'autostima del bambino e quindi per la costruzione della sicurezza di sè.
Spesso ci dimentichiamo che nostro figlio è una piccola persona, diversa da noi, e il nostro compito di genitore non è renderlo simile all'immagine di figlio perfetto che abbiamo in mente, ma accompagnarlo nella sua crescita.
Sei pronta a so-stare con tuo figlio nel disagio del crescere?
La buona notizia è che, anche se non ci sentiamo così pronti e capaci, con un po' di allenamento, possiamo ancora imparare a farlo, giorno dopo giorno: è uno dei regali più preziosi che possiamo fare ai nostri figli.
Troppo vivace; troppo timida; oppositivo; pigro.....